Lundi 29 Mai 2023
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L'actualité de Gigal au quotidien avec pleins de photos inédites
Revue de presse:
Le dernier article publié ce mois-ci faisant mon portrait dans le n°26 de la belle revue française :"Inexploré" de l INREES
Paru sur le site d'information TDG anglais : www.dailygrail.com un site recevant 15.000 visites par jour, un article dans la section Histoire cachée à propos de l'article de Gigal concernant ses recherches sur le second sphinx. >>> Voir l'article.
 
L’Antico Khemit: un nuovo paradigma dell’archeologia di Alessandro Moriccioni e Andrea Somma
>>> www.terraincognitaweb.com

Quando si ha la certezza di come si sono svolti i fatti non si cercano mai alternative all’accaduto. Questo con la storia antica è pressoché impossibile. Innanzitutto perché di certo non c’è nulla se non la consapevolezza che l’uomo ha un passato ed in seconda istanza perché non c’è materia più speculativa della storia. Nemmeno la psicologia o la filosofia permettono all’immaginazione di farsi realtà. Eppure i nostri libri di storia contengono proprio questo: una lunga sequela di invenzioni, di inesattezze, di dogmi ormai superati.

Così si assiste ad una sempre crescente ingerenza di metodi alternativi capaci, almeno a prima vista, di narrare un passato diverso, più spirituale per certi versi, più vicino alla concezione di uomo che abbiamo noi oggi. Un punto di vista sulla civiltà in generale fortemente modernizzante, anche se ci si affaccia su eventi accaduti da oltre 5.000 anni. E’ il caso dell’Antico Egitto e della sua storia in generale. Oggi medium, piramidologi, occultisti, massoni e tanti tanti altri ancora, stanno tentando a modo loro di riscrivere la storia di questa grandiosa nazione. Secondo la loro interpretazione assolutamente non ortodossa, l’Egitto discenderebbe direttamente da Atlantide. Le sue grandi piramidi, erette presso la Piana di Gyza e altrove, sarebbero ciò che rimane di un mondo antidiluviano inabissatosi con tutta la sua tecnologia insieme all’antagonista di sempre: Mu.

Se tutto questo sia vero, o solo frutto di fantasticherie, non lo sapremo mai. Ma perché quest’insolita concentrazione di curiosi individui?
Perché una nuova archeologia sta nascendo. Un’archeologia più possibilista, meno decontestualizzante ma più vicina alla memoria umana contenuta nelle forme antropologiche del mito. Una nuova generazione di archeologi nasce sulle ceneri di un’accademia stantia e guarda al futuro.

Per questo nel 2004 l’editore Luigi Cozzi ha deciso di pubblicare per la casa editrice Mondo Ignoto, un libro molto particolare. Nel volume, intitolato in origine “Land of Osiris” ma tradotto come “Le Piramidi hanno 10.000 Anni” (il libro in Italia è stato curato da A. Moriccioni e A. Somma), l’autore, Stephen Mehler, ripercorre attraverso le memorie di un maestro egiziano iniziato alle antiche tradizioni indigene dell’Egitto predinastico, tutta la storia di un popolo con cognizioni tecniche ed ingegneristiche incredibilmente avanzate. Abd’el Hakim Awyan, questo il nome del vecchio saggio, oggi non è più tra noi ma ha lasciato il segno. Almeno in Stephen Mehler. Secondo lui, infatti, furono queste conoscenze a permettere agli antichi abitanti dell’Egitto preistorico di erigere le magnifiche costruzioni attribuite poi a sovrani successivi, come le piramidi di Gyza.

Alcuni dei riscontri sul terreno di carattere archeologico sono impressionanti. Alcune delle fotografie addotte come documentazione ci hanno riportato alla mente le inspiegabili tracce meccaniche osservate negli ambienti ipogei del Lazio durante le riprese della prima puntata di Terra Incognita – Gli Enigmi della Storia dal titolo La Civiltà Ipogea, appunto. Recentemente ci è poi capitato di notare lo stesso genere di lavorazione su lastre litiche in Egitto grazie alla lungimiranza della ricercatrice francese Antoine Gigal che ha messo a disposizione il suo materiale fotografico. Per concludere, prima di proporvi questa splendida intervista all’autore del libro (rimasta nel cassetto per circa un anno) vi invitiamo a leggere il testo di Stephen Mehler. Sappiamo benissimo che potrebbe anche indurvi a conclusioni completamente opposte a quelle del suo autore. Ma per come la vediamo noi, vi permetterà senza dubbio di constatare che non ci sono solo prove contro le tesi Atlantide ed antica tecnologia avanzata, ma che al contrario ci sono infiniti indizi che provano come esseri tecnicamente evoluti siano esistiti prima di ogni grande civiltà conosciuta.

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